Quest’estate mi sono trovato, per il secondo anno, a passare le vacanze in Sardegna. Questa volta, però, non mi sono lasciato sfuggire la possibilità di visitare, con l’occasione, alcune cantine e produttori. Quella che vi racconterò in questo articolo, è la visita, con annessa degustazione, che ho avuto modo di fare alle Tenute Olbios, alle porte di Olbia, zona di produzione del Vermentino di Gallura DOCG.
La Tenuta offre la possibilità sia di effettuare una visita con degustazione, sia la possibilità di aggiungere anche un “light lunch” (che vi posso assicurare, vale la pena di fare, a discapito del nome) con una serie di prodotti tipici della zona.
La cantina vera e propria, in cui si trova la barricaia, le pupitre in cui il metodo classico (Bisso) viene sottoposto al remouage e dove le bottiglie riposano prima della messa in commercio, si trova sotto la sala degustazione e permette di vedere, grazie ad una parete lasciata “naturale”, il sottosuolo nel quale le viti affondano le proprie radici, ovvero un disfacimento granitico. Questo, unito alla vicinanza del mare, offre indubbie caratteristiche organolettiche ai prodotti dell’azienda.
La proprietaria, agronomo esperto, che non ha tardato a volerci salutare di persona, segue personalmente l’allevamento della vite utilizzando metodi di coltivazione integrata per ottenere la massima qualità.
Passando alla degustazione vera e propria, abbiamo avuto modo di degustare, durante il light lunch:
- Lupus in Fabula, Vermentino di Gallura Superiore DOCG
- In Vino Veritas, Vermentino di Sardegna DOC
- Nessuno, Rosso dei colli del Limbara IGT
Da segnalare, tra tutti, “In vino veritas”, di cui mi sono portato via alcune bottiglie (ma se tornassi indietro, acquisterei sicuramente una cassa!).
Si tratta di un Vermentino di Sardegna DOC, la cui particolarità è quella di esprimere al naso dei sentori evoluti (profumi complessi di frutti a polpa gialla, miele e fiori gialli intensi, per poi passare alle erbe aromatiche, alle note legnose e resinose) per una serie di motivazioni: la raccolta avviene successivamente alla maturazione tecnologica, ovvero dopo una sovramaturazione dei grappoli in pianta, primo elemento che porta l’acino ad arricchirsi di zuccheri e dei futuri aromi. In secondo luogo, l’evoluzione del vino avviene in parte in contenitori di acciaio ed in parte in barrique di rovere a contatto con le scorze dei propri lieviti per ben trenta mesi.
Ne nasce un vino bianco davvero unico, il quale non può che far ben sperare anche in una medio-lunga evoluzione in bottiglia. A tal proposito, la stessa azienda produttrice custodisce in cantina una riserva di bottiglie al fine di poter analizzare l’andamento negli anni di questo prodotto.
Da segnalare, inoltre, è l’utilizzo del tappo in vetro sulla maggior parte delle bottiglie.
Nota di colore: nonostante fossimo gli unici due visitatori di quella mattinata, un gruppo di turisti (americani, ndr) che voleva accordarsi è stato rimbalzato, proponendogli esclusivamente la possibilità di effettuare una degustazione e di accedere allo shop. L’attenzione a noi rivolta, nonostante fossimo due giovani nemmeno troppo del settore, è stata lusingante.
Lascia un commento