Potatura della vite e principi generali

Sin da piccolo, mio nonno mi ripeteva sempre di prestare attenzione nella tecnica di potatura di una pianta, sostenendo quanto fosse importante per quest’ultima, arrivato il periodo del risveglio, avere una condizione ottimale per la ripresa vegetativa. Come potare la vite nel modo giusto è una domanda che tutti i viticoltori e gli appassionati si pongono. In questo articolo andremo ad approfondire l’argomento con alcuni concetti base che riguardano quest’attività.

La potatura è la tecnica più efficace per disciplinare e guidare la produzione sia in senso produttivo che qualitativo.
Gli obbiettivi principali sono:

  • Dare una forma alla pianta per poi mantenerla nel tempo
  • Rendere la produzione costante, conservando il potenziale produttivo
  • Ottenere uve di qualità

Bisogna inoltre tener conto della fase del ciclo vitale della pianta e di alcuni aspetti fisiologici:

  • Interazione pianta-ambiente, pianta-portainnesto.
  • Vigoria, è proporzionale al numero ed alla lunghezza dei germogli.
  • Fertilità delle gemme, che diminuisce a partire dalla parte finale del tralcio.

La potatura di allevamento

Si effettua nei primi anni dopo l’impianto, l’obiettivo è quello di dare alla vite una forma di allevamento e farla così entrare in produzione: in questo senso, volendo stimolare la crescita vegetativa, si interviene mediante concimazioni azotate e irrigazioni.
Durante il primo anno di crescita, si permette alla pianta di sviluppare dei germogli, tra i quali vengono selezionati i più vigorosi e quelli che, per posizione, possono dare origine al fusto della pianta. Molto importante è far sviluppare una chioma abbondante, poiché crea vantaggio per l’apparato radicale. Durante la fase invernale verrà scelto il tralcio che, per dimensioni e posizione, darà maggiori garanzie per la formazione del fusto. Sarà poi potato ad una lunghezza che può variare dalle due alle sei gemme.
Nel secondo anno di crescita, si permette alla pianta di sviluppare altri germogli analogamente al primo anno, in maniera da permettere la formazione di una chioma abbastanza consistente.

Buone pratiche durante la crescita sono la legatura dei germogli ad un tutore.

Potatura di produzione

Ha lo scopo di mantenere un equilibrio tra la produzione e lo sviluppo vegetativo della pianta. Le due attività sono regolate determinando la carica di gemme e la loro distribuzione nello spazio.
Viene definita anche potatura secca o invernale.

Carica di gemme

È data dal numero di gemme ibernanti, potenzialmente fruttifere, lasciate dopo la potatura, e deve essere proporzionata alla fertilità del vitigno e alla sua vigoria. La carica di gemme influenza fortemente la produzione, sia in termini qualitativi che quantitativi.
Un’eccessiva carica di gemme può causare un rapido invecchiamento della pianta, una carica troppo bassa porta la pianta a vegetare in maniera eccessiva, non producendo uva e costringendo il viticoltore a ricorrere a numerosi interventi di potatura verde.
Il metodo più corretto per stabilire la carica di gemme sulle piante, è quello di valutare produzione e qualità su un certo numero di ceppi campione.
Osservando la produzione per qualche anno, sarà possibile stabilire la carica di gemme più idonea per quel vigneto, in quel determinato ambiente, e per la produzione di una specifica tipologia di vino.

Potatura verde

La potatura verde viene effettuata nel periodo primaverile-estivo, in quanto si svolge prevalentemente sugli organi verdi della vite.
Interessa tutte le porzioni vegetative fino a prima della raccolta
, con lo scopo di mantenere le dimensioni della chioma, assicurare alla vite una superficie fogliare ampia e funzionale, evitare condizioni microclimatiche sfavorevoli intorno ai grappoli, migliorare la penetrazione dei trattamenti, la circolazione delle macchine, migliorare l’allegagione e diminuire i danni da vento.
Le operazioni che seguono durante questa fase, possono essere svolte sia manualmente che tramite l’utilizzo di macchine specifiche:

  • Spollonatura: si eliminano i germogli che si originano direttamente dal legno vecchio nella porzione basale del fusto, ovvero i polloni germogli improduttivi che sottraggono energie alla pianta.
  • Diradamento germogli: eliminazione dei germogli in eccesso ed è finalizzata all’ottenimento di una chioma non compatta, che consenta il passaggio dell’aria e la penetrazione della luce.
  • Cimatura: consiste nel taglio della parte terminale dei tralci e delle femminelle.

Deve essere terminata entro la fine del mese di Giugno, per consentire alla vite di sviluppare i nuovi germogli, le femminelle, in tempo utile per contribuire all’ingrossamento e alla maturazione dei grappoli; le foglie di nuova formazione, infatti, sono molto più efficienti nell’elaborare gli elementi nutritivi e vanno ad affiancare quelle più vecchie, che via via diventano meno attive.

Legatura

Consiste nel legare il capo a frutto su un filo orizzontale sostenuto da un sistema di pali. Quest’operazione, consente una distribuzione omogenea della linfa ai germogli, molto importante per poter raggiungere un livello qualitativo costante su tutti i grappoli.

Defogliazione

Dopo la fase di fine allegagione, si eliminano tra le cinque e le sei foglie basali adiacenti ai grappoli. Si divide in defogliazione precoce e tardiva. Nel primo caso mirata ad ottenere grappoli di dimensioni più contenute, meno esposti a malattie e marciumi, registrando un notevole accumulo di polifenoli nell’esocarpo (buccia). Nella defogliazione tardiva, effettuata dopo l’invaiatura, l’obbiettivo è quello di assicurare l’arieggiamento e la sanità del grappolo durante la fase finale della maturazione.

La potatura è una tecnica in continua evoluzione, tenendo conto dei cambiamenti climatici, dobbiamo essere sempre aggiornati sui criteri e sulle nuove metodiche sperimentate. Più riusciamo a dare alla pianta una condizione ottimale più lei ci ricompenserà alla vendemmia.

Bio Autore

Sabino Genovese

Sono un enologo, un perito agrario e un instancabile curioso.
Sin da piccolo ho avuto la fortuna di essere guidato da uno dei più grandi vigneron campani, appassionandomi all’enologia italiana ed ai suoi vini.
Più mi formavo più cresceva dentro di me il desiderio di associare la viticoltura intesa come un arte.
Stappare una bottiglia significa conoscere un po’ la storia di chi l’ha creata, versare nel bicchiere ed assaporare le note sensoriali è come affacciarsi nell’anima di un produttore.
Ogni vino è diverso da un altro, ogni vitigno per clima e regione ha delle peculiarità inimitabili.
Sono sempre pronto ad una nuova idea ed un antico vino!

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