NESOS: all’Isola D’Elba un esperimento unico al Mondo

Vino Nesos Arrighi

Nell’Edizione 2020 degli Oscar Green di Coldiretti che si sono svolti lo scorso 17 Gennaio a Roma si è aggiudicato il Primo Premio nella Categoria “Creatività” Giulia Arrighi, che con la sua Azienda Agricola di famiglia produce un vino molto particolare, Nesos, lasciando maturare i grappoli sotto gli abissi del mare.

ceste-vimini-arrighi

Ci troviamo sull’Isola D’Elba, in Toscana, e la famiglia Arrighi in fatto di innovazione ne sa decisamente tanto. Galeotto fu un incontro tra il papà di Giulia, l’agronomo Antonio Arrighi, e il Professore di viticoltura dell’Università di Milano Attilio Scienza. Durante un convegno il Professor Scienza raccontò della sua ricerca sul vino e sulle tecniche di viticoltura applicate dai produttori greci dell’isola di Chio più di 2500 anni fa.
Antonio Arrighi, che partecipava a quel convegno e che da sempre è affascinato dalle tecniche innovative tanto che nella sua Azienda vinifica da dieci anni utilizzando anfore di terra cotta, rimase incuriosito dai racconti del Professore.
Decise così, coadiuvato da Scienza e da Angela Zinnai e Francesca Venturi del corso di Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa, di provare a mettere in pratica quelle tecniche utilizzate sull’Isola di Chio: inizia a far maturare grappoli di uva Ansonica, originaria proprio della Grecia, direttamente in mare posizionandoli in nasse di vimini intrecciate a maglia fine per 5-7 giorni a 7-10 metri di profondità.

Ceste di vimini per Nesos

Due subacquei si calano sul fondale per posizionarli e una settimana dopo l’uva viene riportata in superficie. Questo processo elimina parte della pruina, sostanza cerosa della buccia che serve a proteggere l’acino, grazie all’azione del sale marino, accelerando così il successivo appassimento al sole sulle cannucce e preservando l’aroma del vitigno che solitamente durante i lunghi appassimenti in parte si perde. Il successivo passaggio delle uve avviene in anfore di terracotta con tutte le bucce.
Questa tecnica consente inoltre di non utilizzare solfiti. L’unico disinfettante antiossidante naturale impiegato nella produzione è il sale del mare che penetra per osmosi all’interno dell’acino senza danneggiarlo. In più non vengono utilizzati lieviti selezionati né stabilizzanti e filtrazioni. Il risultato è un vino molto sapido con sapori di mandorla, lievemente denso con profumi che ricordano vagamente i sentori di vernice, smalto, ed importanti note balsamiche. Un vino quindi molto aromatico ed estremamente naturale.

Bottiglia di Nesos

Nesos per ora non ha mercato, non ha volumi né sostegni. Della vendemmia 2018 di Nesos sono state prodotte solo 40 bottiglie. Ma i progetti futuri della famiglia Arrighi, grazie anche alla vittoria agli Oscar Green, sono sicuramente quelli di continuare a sperimentare, aumentando la quantità di uva immersa, cercando di capire anche quali sono le varianti dovute alle diverse profondità di posizionamento in mare e l’evoluzione che il vino può avere in bottiglia, cosa molto difficile da controllare quest’ultima essendo Nesos totalmente naturale.
Un altro limite, sottolinea Antonio Arrighi, è cercare di comprendere che possibilità abbia Nesos di essere commercializzato dato che è un prodotto “particolare” creato con un processo di cui non esiste disciplinare. Tuttavia questo primo premio vinto da Giulia agli Oscar Green è molto importante poiché ha aperto un barlume di speranza portando all’attenzione di tutti Nesos e le sue potenzialità, tanto che lo stesso Presidente Nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, durante l’evento di premiazione si è gentilmente offerto di informarsi con gli enti preposti per poter fare qualcosa in merito ad una regolamentazione ufficiale per la produzione di questo particolare vino.

Speriamo dunque che questo prodotto “mitologico” possa ritornare presto in auge grazie al lavoro e all’entusiasmo della famiglia Arrighi, perché da ciò che traspare dai racconti di Antonio e di Giulia, l’esperienza dell’assaggio di Nesos è qualcosa di talmente emozionante che noi winelovers non vogliamo assolutamente lasciarci sfuggire.

Bio Autore

Carla Benvenuto

Classe 1988, laurea in Scienze della Comunicazione, Informazione e Marketing, da sempre la scrittura è la mia forma d’arte preferita. Pur evolvendosi nel tempo, dai temi fantasiosi delle scuole elementari e medie, ai diari con i lucchetti in adolescenza, ai blog, fino ad approdare oggi ai social network, l’ho scelta sempre per raccontare una storia, per emozionarmi ed emozionare, per condividere e comunicare, per lavorare.
Un anno fa per seguire una mia grande passione, quella per il vino, approdo in questo meraviglioso mondo grazie ad un corso FISAR. Non ho potuto far altro, tra un calice e l’altro, che coniugare scrittura e vino.
Le mani sudano, gli occhi brillano e le parole vengono da sole quando scrivo di un’etichetta che mi ha colpita, quando racconto una storia legata ad un’azienda vitivinicola, quando parlo di una visita in cantina. E’ un impulso vitale, e credo di non poter fare nulla di meglio nella vita perché questa è l’unica cosa che voglio fare.

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