Mulini di Segalari: una perla a Bolgheri

Abitando a malapena ad un’ora di distanza da Bolgheri, mi capita spesso di recarmi nelle cantine della zona. L’ultima volta è stata l’occasione per visitare l’azienda “Mulini di Segalari“, che, lasciatemi dire senza alcun interesse nascosto, è stata tra le visite più belle, complete ed interessanti che io abbia mai fatto in questi (pochi) anni nel mondo vitivinicolo.

L’azienda si trova a Castagneto Carducci, a pochi Km dal centro di Bolgheri. Un posto davvero magico, adiacente ad un corso d’acqua e di cui fanno parte anche antichi mulini ‘700, restauranti ed adibiti a cantina e sala degustazione. A ricevermi è stata la proprietaria dall’azienda, la Dott.ssa Marina Tinacci Mannelli, che, insieme al marito (enologo dell’azienda, il Dott. Emilio Monechi), ha deciso di prendere in mano e recuperare questa zona a partire dal 2002. Azienda Biodinamica dal 2017 (ma Biologica fin dall nascita), i proprietari hanno sempre tenuto fede alla connessione con la natura, ma senza disdegnare i vantaggi che la tecnologia può portare. Marina ci racconta infatti che sono in corso una serie di lavori mediante l’utilizzo di droni, in particolar modo per la selezione delle piante migliori di ogni singolo filare (i cui acini verranno utilizzati per la produzione del Bolgheri Superiore DOC).
I vitigni rossi, classici della Doc Bolgheri, sono Cabernet Sauvignon e Merlot in gran parte, Petit Verdot, Syrah, ma anche Sangiovese, Ciliegiolo e Pugnitello.
I vitigni bianchi sono Vermentino, Manzoni Bianco e Viognier.

Mi è stato raccontato, e soprattutto spiegato, talmente tanto riguardo i vigneti, la filosofia dell’azienda, le tecniche utilizzate e chi più ne ha più ne metta, che avrò ancora bisogno di qualche giorno per assimilare tutto (abbiamo passato in vigna due ore, praticamente volate, in cui ho imparato moltissimo). Sintetizzare non sarà semplice, ma devo.
Parliamo di 3,3 ettari di vigneti, ad un’altitudine tra i 90 ed i 120 s.l.m. ed esposizione sud-ovest. La presenza di boschi e del corso d’acqua a cui vi accennavo poco fa, sono un elemento che caratterizza la produzione. Le vigne non vengono forzate nel loro processo naturale, ma vengono lasciare alla ricerca di acqua e nutrimenti. Il tipo di allevamento è a cordone speronato, guyot ed alberello. 

La vendemmia avviene separatamente in funzione della perfetta maturazione di ogni vitigno, e fatta esclusivamente a mano tra la metà di Settembre e la metà di Ottobre, scegliendo esclusivamente i grappoli migliori.
Una caratteristica dell’azienda è quella di utilizzare esclusivamente i lieviti indigeni presenti sulla buccia dell’acino, durante il procedimento di fermentazione. Il vino matura in contenitori inox, terracotta ed in botti di rovere. Grazie al sistema di rimontaggio, associato al delestage, l’azienda è in grado di modulare l’intensità di macerazione in funzione del vigore fermentativo.
Essendo ogni annata unica nel suo genere, anche le etichette sono uniche ogni anno: acquerelli che rappresentano il lavoro naturale che ogni giorno avviene in questo magico posto.

La degustazione

La degustazione dei prodotti è avvenuta all’interno di uno dei mulini del ‘700 facenti parte dell’azienda.

  • Ai confini del Bosco (2018), Doc Bolgheri Rosato – La produzione di questo vino biodinamico avviene con le prime uve rosse raccolte durante la vendemmia e ciò allo scopo di mantenere la freschezza del prodotto (ad esclusione del Petit Verdot, la cui vendemmia avviene intorno al 10 Ottobre). La fermentazione avviene in modo separata per ogni vitigno e con l’utilizzo dei soli lieviti indigeni. La macerazione sulle bucce dura una notte (dalle 5 alle 7 ore), all’interno di fermentatori inox.  40% Merlot, 30% Syrah, 30% Petit Verdot.
  • Ai confini del Bosco (2018), Doc Bolgheri Rosso – La macerazione del mosto avviene per circa 15 giorni all’interno di piccoli fermentatori inox. Anche in questo caso, gli unici lieviti utilizzati sono quelli indigeni presenti sulla buccia dell’acino. Il blend avviene in una fase successiva, verso Aprile, mentre prima di questo periodo la fermentazione e relativa maturazione avviene singolarmente per ogni vitigno. Il blend terrà conto delle caratteristiche climatiche dell’annata. 55% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 15% Petit Verdot, 10% Syrah.
  • Soloterra (2017), IGT Costa Toscana Rosso – Un Sangiovese in purezza. Sono le vigne d’ingresso all’azienda, raccolte in due momenti differenti durante il periodo di vendemmia. La macerazione avviene per 15 giorni all’interno di piccoli fermentatori inox, prima di passare in giare di terracotta da 500 litri, realizzate con l’argilla dell’Impruneta. Caratteristica di queste giare è il loro spessore, di circa tre centimetri, e l’assenza di vetrificazione o inceratura, permettendo così di mantenere la naturale porosità del materiale con la relativa micro-ossigenazione.  L’annata 2017 si è composta dalla produzione di solamente 700 bottiglie a causa di una gelata nel mese di Aprile.
  • Mulini di Segalari, DOC Bolgheri Superiore – 80% Cabernet Sauvignon, 105 Merlot e 10% Petit Verdot. È composto solo dalle uve migliori dei vigneti e la raccolta avviene in due passaggi. Le fermentazioni avvengono in modo separato, con alcune uve a grappolo intero. La macerazione sulle bucce dura 20 giorni. L’affinamento avviene in botti di rovere per oltre 18 mesi, per poi riposare in bottiglia 4 mesi.
  • Un po’ più su del mare (2018), IGT costa Toscana Vermentino – 85% Vermentino, 15% Incrocio Manzoni, quest’ultimo subisce una macerazione sulle bucce per qualche giorno. Anche in questo caso vengono utilizzati esclusivamente i lieviti indigeni per circa 15 giorni, a bassa temperatura. L’affinamento avviene in giare di terracotta da 500 litri per qualche mese, per poi essere imbottigliato.
  • Mucchio di Sassi (2006) – Il nome deriva dall’affermazione della figlia il primo giorno in cui vide i mulini del ‘700 (ancora da ristrutturare). Le vigne, all’epoca, avevano appena 3 anni. Si tratta della prima vendemmia del vitigno Manzoni, macerato per 7 giorni

Bio Autore

Luca Mercatanti

Mi occupo di Web&Digital dal 2007, ma a partire dal 2016 mi sono affacciato al mondo del vino in modo professionale, senza alcun interesse economico.

Ho deciso di aprire WineSommelier.it per dare la possibilità a tutti di imparare a rapportarsi con il vino, cercando di spiegare il mondo vitivinicolo in modo semplice.
In questa impresa non sono solo, diversi sono gli autori che quotidianamente dedicano parte del loro tempo per scrivere articoli.

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