Nell’estate 2020, in un momento in cui il Covid allenta la presa e riesco a permettermi di nuovo qualche tour enologico, ripercorro volentieri il tragitto che da Udine mi porta 15 chilometri a est di Gorizia per recarmi a Osek, nella verdeggiante Vipavska Dolina, dove si trova la cantina Lepa Vida.
La valle del Vipacco, famosa per i suoi pregiati vini, è una vallata molto lunga e stretta lungo il fiume Vipacco, incuneata tra il Carso a sud-ovest e la foresta di Trnovo a nord. I venti che arrivano dal mare rimbalzano sull’altopiano carsico creando delle correnti termiche notevoli, che rendono questa zona molto attraente per chi pratica il parapendio, oltre che adatta alla coltivazione della vite. La zona è abbastanza piovosa ma anche molto ventilata, con la Bora che soffia quasi costantemente. I terreni sono simili alla ponca friulana, impasti di marne e arenaria stratificatesi nel corso dei millenni, molto drenanti.
Mi accoglie la proprietaria Irena Ipavec, che insieme al marito Matija Gerzina si occupa della cantina a tempo pieno da quando il papà Roman le ha passato le redini dell’azienda, circa 7 anni fa.
Storia lunga e complessa quella di questa azienda vinicola (8 ettari di vigneti e circa 30.000 bottiglie all’anno), in una terra che è passata dal dominio austroungarico al comunismo della Yugoslavia, in cui la produzione del vino era limitata al consumo personale e al conferimento delle uve alle cooperative, senza possibilità di vendita. Gioco forza che in quegli anni si desse più importanza alla quantità che non alla qualità, piantando soprattutto vitigni generosi come malvasia e chardonnay. Nel 1988 vengono istituiti i primi corsi di enologia, dando la possibilità a chi li frequentava di produrre le proprie bottiglie e Roman fu tra i primi ad iscriversi; nel 1989 nascono così le prime bottiglie Ipavec. Da allora la cantina ha proseguito il suo percorso sempre con l’obiettivo di migliorare la qualità, che raggiungono anche con una cura rispettosa dei vigneti, senza insetticidi ed erbicidi, con concimi naturali e un uso limitato di rame e zolfo.
La Lepa Vida Boutique Winery nasce nel 2012 per volere di Irena e Matija, e in pochi anni si impone per la qualità dei suoi vini. Irena fa dell’accoglienza e delle degustazioni in cantina il suo punto di forza: varie le proposte in vendita, dalle più semplici con vini più freschi e immediati, alle più raffinate con vini invecchiati e macerati. Il piazzale davanti alla cantina è disponibile anche come area di sosta per i camperisti, che spesso approfittano della sosta per assaggiare ed acquistare i vini. Grazie ad una offerta così ricca e variegata sono riusciti a posizionarsi ai primi posti del motore di ricerca Trip Advisor per le degustazioni di vino nel Vipacco, creandosi nel tempo una clientela affezionata. La vendita diretta in cantina copre il 50-60% del totale.
La sala di degustazione è molto bella, con un design moderno e un’ampia vetrata che dà sui vigneti e sul panorama intorno alla cantina. Il grande tavolo in legno è apparecchiato alla perfezione, con stuzzichini invitanti e taglieri di prodotti locali, salumi e formaggi.
Molto originale la bottiglia dalla forma tondeggiante usata per alcuni vini. È stata creata dal grande artista e designer sloveno Oskar Kogoj, fondatore del natural design, e fa parte di una serie di bottiglie ognuna diversa dall’altra nate per rappresentare i simboli della tradizione slovena e donate alle aziende vinicole del Vipacco. Quella di Lepa Vida è dedicata alle “Aleksandrinke”, donne slovene che tra il 1850 e il 1930 migrarono dalla Slovenia verso Alessandria d’Egitto per lavorare come balie, nel periodo della costruzione del canale di Suez e che con il loro lavoro sostennero per molti anni l’economia del paese. Anche l’etichetta delle altre bottiglie Lepa Vida, che significa la bella Vida, si ispira alla figura femminile con una forma stilizzata accarezzata da un soffio di bora.
I vigneti, allevati a guyot e cordone speronato, sono disposti tutti intorno alla cantina e hanno un’età che va dai 6 ai 60 anni; insistono su terreni pianeggianti posti a circa 150 metri di altitudine che una volta erano un lago artificiale.
Ma veniamo ai vini. La cantina è specializzata nella produzione dei vini bianchi, che rappresentano la quasi totalità delle etichette. Matija si occupa della cantina, mentre Irena della parte commerciale e della comunicazione. Ben 10 le etichette in degustazione.
- Rosè 2017 – 12% alc. – da uve cabernet sauvignon 70%, merlot 15% e barbera 15%. Macerazione di 8-10 ore sulle bucce, vinificazione in acciaio. Vino fresco e fruttato, di un bel rosa salmone, piacevole al gusto e adatto come aperitivo. Non impegnativo.
- Zelen 2018 – Lo Zelen è un vino tipico sloveno dal colore giallo paglierino intenso. Il suo profumo è delicato e i suoi sentori si avvicinano a mela, pera e pesca. In bocca è fresco e piacevole con qualche sentore di idrocarburi e una bella mineralità. Godurioso.
- Pinot grigio 2018 – 13%alc. – Vinificato in acciaio. Bel colore giallo paglierino carico, profumi di pera e fiori di acacia, in bocca si rivela pulito, secco e con una piacevole acidità. Bella struttura e finale lungo. Internazionale fatto bene.
- Sauvignon 2017 – 13% alc. – Naso tipico del vitigno, con sentori vegetali e cenni di frutta esotica, bocca fresca, sapida, minerale, finale amarognolo e piacevole, grande persistenza. Accattivante.
- MI 2017 (noi, iniziali di Matija e Irena), uvaggio di malvasia 80% e sauvignon 20%. Solo 25mg/l di solfiti. La malvasia piace a Matija e il sauvignon a Irena, così è nato questo uvaggio, che unisce l’aromaticità del sauvignon all’intensità della malvasia, dando vita ad un vino fresco e fruttato, con una discreta struttura e una beva piacevolissima. Da non perdere.
- Malvasia 2018 – il 20% viene affinata in barrique usata di rovere francese e acacia. Grappoli perfettamente maturi lasciati in macerazione per una notte. Al naso intenso e complesso, mele cotte, miele, note agrumate, in bocca ricco e strutturato, con una leggera nota tostata, equilibrato e armonico. Il mio preferito.
- OOO Out of Office 2015 – malvasia 90%, ribolla gialla 10% – un Orange wine fatto davvero bene, con 15 giorni di macerazione e 6 mesi di affinamento in barrique. Durante la macerazione la temperatura del mosto viene controllata con l’acqua di un torrente che scorre vicino alla cantina e che trasportata sul tino viene lasciata scorrere sopra mantenendo la temperatura al di sotto dei 25°. Colore splendido e splendente con note aranciate, profumi di albicocca secca, erbe aromatiche e arancia candita, bocca ricca, sapida e fresca, strutturato ma non pesante, super bello! Il secondo mio preferito.
- VI 2018 (in sloveno significa voi, ma sono anche le iniziali dei loro figli Vito e Isa), 100% chardonnay. Anche se Matija si definiva un ABC (anything but chardonnay) ad un certo punto ha provato a sperimentare per trovare un modo di vinificare lo chardonnay che gli desse soddisfazione. Così ha provato ad usare botti nuove di rovere francese, dove il vino affina per un anno a contatto con le fecce fini, poi direttamente in bottiglia; dopo le prime prove ora acquistano circa 20 barrique nuove ogni anni per questo vino. Il risultato è un vino con sentori intensi di frutta secca e ananas, in bocca morbido e sapido, discretamente persistente. Esperimento riuscito.
- RV 2017 (Red Vine + Roman e Vilma, i genitori) 100% merlot, 4 mesi di affinamento in barrique usata. Al naso frutti rossi, erbe aromatiche, frutta secca, in bocca morbido, fresco, con tannini setosi e buon equilibrio. A tutto pasto.
- Barbera 2018 – venduta ora nella bottiglia Lepa Vida. Non sapevo che la barbera fosse presente in questa zona, è stata una piacevole sorpresa per me che provengo dall’Oltrepò Pavese, patria di questo vitigno! A questo punto della degustazione il lato epicureo ha preso il sopravvento e non ho annotato niente sul vino. So solo che mi è piaciuto e ho comprato una bottiglia. Quando la aprirò vi racconterò com’è!
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