Quando si parla di Franciacorta, molti pensano che ci si riferisca ad un Prosecco e viceversa. Niente di più sbagliato! Il Franciacorta è uno spumante “metodo classico“, un metodo di vinificazione delle bollicine differente da quello attuato nel Prosecco, il quale ottiene le proprie bolle mediante il “metodo Charmat“, chiamato anche “metodo Martinotti” o più equamente “metodo Charmat-Martinotti“.
Già questa, è la prima fondamentale differenza tra i due prodotti, Prosecco e Franciacorta. Il motivo è da ritrovarsi nella rifermentazione in bottiglia, la quale avviene nel metodo classico. I lieviti, infatti, vengono lasciati a contatto con il liquido per un certo periodo di tempo, operazione che permette al futuro Franciacorta di arricchirsi di note olfattive e gusto-olfattive. In un Prosecco, invece, la rifermentazione in bottiglia non avviene e questo permette di ridurre drasticamente i tempi di produzione, a discapito della complessità del prodotto finale.
Anche la zona di produzione ed i vitigni utilizzati sono differenti nei due prodotti.
- Il Prosecco Superiore DOCG, infatti, viene prodotto tra Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto, con vitigno Glera. Da disciplinare è inoltre permesso l’utilizzo minimo anche di altre varietà.
- Il Franciacorta DOCG viene invece prodotto nella provincia di Brescia da Chardonnay e/o Pinot Nero (è permesso l’uso anche del Pinot Bianco fino ad un massimo del 50%)
Tutto questo si riversa, ovviamente, in quelle che sarà il prodotto finale. Il Franciacorta avrà una bollicina sottile e persistente, con un perlage raffinato e continuo. Il Prosecco, al contrario, avrà una bollicina grossolana. Per sentire la vera differenza tra Prosecco e Franciacorta, dovrete avvicinare il calice al naso. Nel Franciacorta riuscirete a distinguere nettamente la presenza dei lieviti, della pasticceria, del pane tostato, della frutta secca. Nel Prosecco, i sentori si limiteranno ad un fruttato e floreale, in particolar modo frutti a pasta gialla e fiori freschi.
Il segreto di queste due grandi differenze olfattive, e qui ci ricolleghiamo ad un argomento affrontato all’inizio dell’articolo, sta proprio nei due metodi utilizzati per la produzione.
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