Parliamo sempre di due DOCG, ma tra loro differenti: Chianti e Chianti classico, i quali hanno un disciplinare, una zona di produzione e un Consorzio di tutela diversi. E per ovvi motivi, differenti sono anche le sensazioni che i due prodotti daranno. In questo articolo cercheremo di capire quali sono le differenze e perché alcuni Chianti hanno il suffisso “Classico”, che spesso viene dimenticato anche dagli esperti del settore.
Chianti indica una zona compresa tra le provincie di Firenze e Siena.
La denominazione “Classico” nasce nel 1716, quando il Granduca Cosimo III emise un decreto nel quale definiva i confini di una zona più ristretta all’interno della fascia chiamata semplicemente “Chianti”. Il Chianti Classico, quindi, per ottenere questo nome, deve essere prodotto in uno dei seguenti comuni: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.
“Classico” poiché, da sempre, si considerano queste zone le migliori in cui piantare le viti per il futuro vino che sarà si un Chianti, ma, appunto “Classico”, dalla zona più vocata.
Ecco che quindi il territorio è il primo elemento che differenzia Chianti e Chianti Classico.
La mappa qui sotto vi farà capire immediatamente le zone di riferimento. Come potete osservare, le zone del Chianti sono sparse tra Firenze, Siena, Arezzo, mentre il Chianti Classico è una fascia centrale di queste zone, molto più ristretta ed omogenea.
Il territorio, però, non è l’unica differenza tra Chianti e Chianti Classico. Importante è anche il disciplinare, ovvero il regolamento che il produttore deve rispettare se vuole ottenere la certificazione di riferimento.
Entrambi i vini sono composti principalmente da uve di Sangiovese (il più coltivato in Toscana e tra i più importanti in Italia), ma mentre nel Chianti è necessario un minimo del 70% di Sangiovese, nel Chianti Classico questo valore sale all’80%. Un vino (Chianti o Chianti Classico) può essere anche Sangiovese in purezza. Spesso il taglio viene fatto con Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Canaiolo o Colorino.
Ma non è finita qui, infatti possiamo avere: Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione.
Niente di complicato, i nomi sono già abbastanza autoesplicativi. Senza scendere nel dettaglio, il Chianti Classico “base”, per così dire, è quello prodotto in una determinata zona geografica, con un unvaggio preciso (entrambe cose che abbiamo specificato poco sopra) e che deve avere almeno 12 mesi di affinamento. Per il Chianti Riserva, l’affinamento sale a 24 mesi. Il Chianti Gran Selezione è la punta di diamante, in quanto viene prodotto con uve provenienti da una singola vigna o da una selezione delle migliori uve con un affinamento minimo di 30 mesi.
Qual è il miglior Chianti o Chianti Classico? Se ci riferiamo a quale azienda produce il miglior vino in questione, personalmente, non darei mai una risposta.
Se invece vogliamo parlare a livello oggettivo, la risposta è molto semplice e rispecchia un po’ la piramide illustrata in precedenza: un Chianti Classico Gran Selezione si trova al vertice. Si tratta infatti di bottiglie che vengono prodotte esclusivamente in annate particolari e dalle uve migliori che ogni azienda possa avere. Il costo, come vi potrete immaginare, è assolutamente differente rispetto a un Chianti Classico, ma ciò deriva ovviamente dal lavoro che sta dietro ad un simile prodotto.
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