Champagne 2.0 Il Ritorno: bollicine con AIS Perugia

Qualche settimana fa siamo stati spettatori di una serata organizzata dall’AIS Umbria, delegazione Perugia, dedicata alle bollicine della Champagne e guidata magistralmente dal Somm.Gianluca Grimani. Ma quale Champagne? Non quello delle grandi Maison ma quello dei piccoli produttori, con la volontà di voler sottolineare come la qualità e l’eleganza non sia solo appannaggio dei grandi e storici brand ma anche di chi lavora una terra come quella della Champagne ricca di potenziale. Innanzitutto “Champagne il Ritorno” corrisponde al bagaglio esperienziale vissuto dalla delegazione nella Champagne qualche mese prima: l’andata si carica di meraviglia, il ritorno di voglia di raccontare.
Per questo motivo abbiamo scelto di riportare fedelmente la lectio magistralis:

“La Champagne è IL luogo, è la sinergia che crea il grande vino; il primato del terroir, soprattutto nei piccoli produttori. Ognuno di essi racconta la sua storia. Parliamo di qualche numero significativo: la Champagne consta di 34 mila ettari per 330 milioni di bottiglie; 110 Maison che hanno in effetti solo il 10% delle terre”.

 Il Vigneto della Champagne:
Le 5 zone della Champagne si estendono per circa  200 km da nord a sud, suddivise in:

  • Vallée delle Marne
  • Montagne de Reims
  • Côte de Blancs
  • Côte de Sézanne
  • Aube

Il Clima:
Il territorio della Champagne si distingue per una latitudine settentrionale (che arriva a toccare quasi i 50° a nord di Reims, e i 48° al sud), e per le influenze climatiche oceaniche/continentali:

  • Clima Settentrionale: inverni molto rigidi.
  • Clima Continentale: inverno freddo/ estate calda. L’estate si caratterizza per piogge esigue, escursioni termiche e forte luminosità (luce fonte di calore ed energia al fine di portare ad una maturazione ottimale).
  • Clima Oceanico: l’apporto di acqua dato dalle piogge stagionali si distribuisce in modo costante durante l’anno.

Il terreno-Il Gesso:
La Champagne è un puzzle di terreni: 9000 ha di gesso in Champagne, divisa tra Montagne de Reims e parte della Côte de Blancs in larga misura.  Argilla e Limo nella Vallée della Marne. Gesso, limo e argilla (la famosa sparnaciana) nella Côte de Sézanne. Aube dominano marne e argilla antichissima.

Il terreno della Champagne ha originari sedimentarie, Cretaceo (tanto calcare), Giurassico e Triassico, costituito pertanto da depositi di origine marina.
Riccamente calcarei sono i sottosuoli: gesso composto da carbonato di calcio (in alcune zone il tenore di CaCO3 è quasi al 100%).
Il gesso ha caratteristiche benefiche che diventa d’ausilio per raggiungere la maturazione ottimale. Immagazzina acqua (come una vera e propria spugna) rilasciandola quando la pianta ne ha bisogno. Il gesso inoltre accumula calore e riverbera la luminosità, riuscendo a ben gestire l’umidità.
L’altezza media della piana è di circa 60 cm proprio per il calore del terreno trasmesso dal gesso.

Il Vigneto in Champagne

Protagonisti indiscussi della Champagne, naturalmente, sono:
Pinot Noir
(38%), Chardonnay (30%) e Pinot Meunier (32%); 0.3% altro.
Nel contesto della Champagne questi vitigni hanno caratteristiche ottimali giocate tutte tra acidità e zucchero: maturazione tecnologica, capacità di armonizzarsi con l’effervescenza, propensione alla presa di spuma, ricchezza e delicatezza di gusto. Sur lie nella Champagne viene gestita in termini di anni. Cerchiamo però di delinearne i tratti salienti dei vitigni:

  • Pinot Nero: forza, consistenza, struttura e resistenza nel tempo, finezza di bouquet, con note di uva spina, ribes fragola, lampone e violetta. Acidità Malolattica, impronta minerale.
  • Chardonnay: acidità che determina eleganza e finezza. Agrume in tutte le sue declinazioni. Floreale, biancospino, acacia, verbena, tiglio, limone mandarino; evoluzione che si trasforma in sentori di brioche, burro, biscotti. Minerale di gesso e pietra.
  • Pinot Meunier: germogliamento tardivo e maturazione precoce, impiegato nei vigneti con situazioni meno favorevoli. Delicata freschezza nell’assemblaggio; mela, pera, pinolo, nocciolina.

Dove sono coltivati?

  • Montagne de Reims: culla del Pinot Nero seguito da Chardonnay e Pinot Meunier (germoglia tardi, coltivato nelle zone dove ancora ad aprile ghiaccia);
  • Vallée della Marne: Pinot Meunier;
  • Côte de Sezanne: Chardonnay;
  • Côte de Blancs: in 4 comuni su 5 si coltiva solo Chardonnay;
  • Aube: Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier.

Degustazione

  • Champagne Cuvee Saint-Lie, Bergeronneau Marrion, Brut, Deg 2019
    Meunier (40%), Pinot Noir (10%) e Chardonnay (50%)
    Comune di Ville-Dommange, dipartimento della Marna, terreno costituito da silice, champagne che fa 4 anni sui lieviti, 75% annata del 2013, il restante è costitutio da Riserva in perpetuo cominciata negli anni ’80: si aggiunge 1/3 e se ne preleva 1/3.
    Giallo paglierino con qualche rimando al verdolino,
    Frutta matura, agrumate, erbette balsamiche, fondo polveroso e minerale, lievito fresco,
    Effervescenza cremosa, con salivazione lunga, acidità fortemente agrumata che richiama anche la buccia della mela;
  • Champagne Gran Cru Vielle Vigne, Bouquin Dupont, Extra Brut, Deg 2018
    Assemblage Blanc de Blancs di Chardonnay
    Comune di Avize, Marna, terreno gessoso. Champagne che fa solo acciaio e 4 anni e mezzo sui lieviti, non fa Malolattica.
    Veste oro-verde (tipica dello Chardonnay). Il percorso evolutivo è più evidente, il lievito qui richiama il pan di zenzero,biscotto all’anice, nota di frutto che è una confettura di agrumi, definizione straordinaria.
    Ingresso fine e poi esplosivo con un’effervescenza perfettamente cesellata, lungo sui lieviti e sull’aromaticità Acidità che vira verso la sapidità;
  • Champagne Heritage Blanc de Meunier, Andrè Heucq, Extra Brut, Deg 2018
    Assemblage 100% Meunier
    Comune di Cuisles, Marna, 4 he, terreno argilloso (verde e grigia) acciaio e Malolattica. Couvee 50% 2012 e 50% 2013.
    Colore luminoso e denso grazie anche alla presenza dell’uva rossa,
    Frutto e fiore che variano tra ananas, pompelmo, papaya, camomilla, rosa gialla, scia mentolata.
    Ingresso voluminoso ma agganciato al frutto, effervescenza elegante acidità e sapidità perfettamente fuse che lo irrobustisce. finale aromatico lungo;
  • Champagne Premier Cru Cuvee Blanc de Noir, Francois Lecompte, Brut, Deg 2018
    Assemblage Pinot Noir
    Comune Rilly-La Montagne, Nord di Montagne de Reims,
    6000 bottiglie, terreno gessoso/alluvionale, fermentazione in botti grandi, 4 anni sui lieviti, si Malolattica.
    Densità cromatica dell’uva rossa con riflessi bronzo,
    Leggera speziatura del legno che ha arricchito l’aspetto aromatico. Susina, mela, prugna bianca, miele, cera d’api, erbaceo e salmastro,
    Salivazione infinita, acidità lunghissima con sentore acitrino che rimane elegante e mai stancante al palato;
  • Champagne Oeil de Perdrix, Jean Vesselle, Brut, Deg 2019
    Assemblage Pinot Noir.
    Comune di Bouzy, Sud di Montagne de Reims, terreno argilloso e gesso, solo acciaio, Malolattica parziale.
    Oeil de Perdrix, Occhio della Pernice, antichissima tecnica per produrre rosato con una colorazione lieve e delicata declinata sulla buccia di cipolla.
    Frutto, lievito molto discreto, pompelmo rosa, lampone, ribes, sottobosco, macchia mediterranea.
    Effervescenza non pungente, tannino lievemente tattile, salivazione e acidità.

Termina qui questo viaggio tra le bollicine della Champagne, una serata effervescente e dinamica.

Bio Autore

Elena Di Vaia

Cresciuta sulle ginocchia del nonno tra le vendemmie.
Immersa alla scoperta del vino con il papà. Sommelier Ais per forza di gravità.
"Si mens et corpus homini vino flagraret"- la mente e il corpo dell'uomo ardono per il vino, recitava Platone. Da brava discepola laureata in Filosofia ma curiosa del mondo, passeggio tra l'Economia Civile ed un Master in Etica Economia e Management.
Hobby? Comunicare e scrivere.Così vago tra ospiti e interviste nel mio format radiofonico RadioWineDesign dall'istituto Italiano di Design di Perugia.
Articolista Freelance, perchè se non chiacchiero di vino sento il bisogno di traslare le parole su carta. Il fenomeno che mi piace analizzare? La comunicazione su Instagram.
Hai mai sentito parlare del WineErasmus? Il progetto che porta il vino on the road ?!
Collaboro sulla rivista "The Design Magazine" con la mia rubrica "Wine Design".
Per sapere di più, un Simposio platonico è quello che ci vuole.

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