Quando si dice Piemonte, si dice vino, e quando si pensa al vino, inevitabilmente, si pensa al Piemonte. È solo che, di fronte ad un territorio così vasto, ci si sente talmente piccoli da correre subito a chiedere consiglio a chi in questi posti ci vive, da chi li conosce da sempre: vai da Massucco, mi hanno risposto, e così ho fatto. L’azienda si trova alle porte di Alba, nel piccolo paese di Castagnito, nel territorio del Roero, le cui splendide colline ad oggi fanno parte del patrimonio dell’umanità.
Fin dai primi anni del ‘900 la famiglia Massucco coltiva i vigneti che circondano la sua cantina, 20 ettari di terra in cui si allevano quelli che sono i tipici vitigni della zona: Arneis, Nebbiolo, Favorita. Se però le loro origini vanno a ritroso nel tempo di quasi un secolo, ciò che si coglie dalla cantina è la volontà di rinnovarsi.
La prima stanza che visitiamo è quella in cui i grandi silos di acciaio accolgono l’Arneis, bianco principe di queste zone. La stanza è pulita, moderna, perfettamente funzionale.
I vini che produciamo sono quelli tipici delle Langhe, non ci distacchiamo dalla tradizione. Ciò che facciamo è solamente applicare la tecnologia e le conoscenze attuali per creare un prodotto migliore, privo di quei difetti che i metodi più rudimentali potevano causare
Vendemmie più o meno avanzate, raccolta manuale e criomacerazione sono solo alcune delle tecniche di cui Massucco si avvale per dar vita a vini dai profumi delicati e fini, limpidi anche nell’aroma, oltre che alla vista, perfettamente in linea con quella che è la loro meticolosità e pulizia in cantina.
Una volta giunti alla barricaia ci viene proposto l’assaggio in anteprima del Roero 2015, una DOCG a base nebbiolo, prodotta solo nel comune di Cuneo.
Il Roero di Massucco passa ben tre anni in barrique ed un’ulteriore anno in vetro, prima di essere commercializzato.
“Il nebbiolo ha bisogno di sentire bene il legno, ha bisogno di tempo e di riposo in bottiglia” ci viene spiegato, ed effettivamente tutto viene confermato dal sorso.
Nel bicchiere il vino è vivo, ribelle, guizzante, sembra che questi tre anni lo abbiano appena calmato, ma non domato a pieno. Al tempo stesso però, la sua irruenza, contiene già in sè già tutte le caratteristiche dei grandi vini di questa regione, lasciandoti la bellezza di immaginare quella che sarà la sua futura massima espressione.
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