Azienda Terčič: tra modernità e tradizione

Sono trascorsi un paio di mesi circa dalla visita all’azienda vitivinicola Terčič. Ci troviamo in Friuli, a San Floriano del Collio, sul confine con la Slovenia. Particolare impattante da sottolineare sia a livello culturale che climatico.
Il quadro geologico del territorio del Collio dipinge una serie di “successioni sedimentarie clastiche, con caratteristiche litologiche differenziate” e riconducibili ai Flysch (china scivolosa), ovvero rocce sedimentarie.
Dal punto di vista litologico, flysch indica una successione ripetuta di diversi tipi litologici, come arenarie, slit e argilliti, oppure arenarie e marne, o ancora calcari e argilli, con spessori totali anche d migliaia di metri”.[1]

Nella zona collinare troviamo prevalentemente suoli marnosi-arenacei o marnosi “a tessitura franca o franca-argillosa, con scheletro frequente, moderatemene calcarei, con una buona capacità di drenaggio interno e una bassa permeabilità. Sono chiamati localmente ponca. Dal punto di vista agronomico, questi suoli presentano un’alta vocazione alla viticoltura, esaltando a tipicità del vitigno”.[2]

Dal punto di vista climatico è prevalentemente continentale caratterizzato dai venti della Bora, che aiutano ad asciugare l’umidità, evitando a questo modo problemi come la Botrytis.
Fatto un piccolo focus sulla zona del Collio, torniamo alla nostra visita da Terčič.
Ad accoglierci c’è Ana Terčič, una laurea in enologia e tanta voglia e passione di portare avanti l’azienda di famiglia, terza in linea:
“mio padre si chiama Matjaž ed è stato il primo ad imbottigliare, mio nonno Zdenko invece assieme al padre, quindi il mio bisnonno Alojz, vendevano uva. Ma sono stati loro a comprare la maggior parte dei terreni che oggi costituiscono l’azienda” – racconta Ana
L’azienda è sul territorio sin dagli anni 30 con i primi terreni; la famiglia Terčič erano per lo più commercianti di uva e vino. La svolta è però nel 1993 quando i genitori di Ana decidono di avviare la propria produzione e con l’uscita in commercio della prima bottiglia del 1994, passando da 5 mila bottiglie iniziali a 30 mila circa. Nel 2004/2005 si espandono comprando nuovi appezzamenti e modernizzando la struttura. Ad oggi l’azienda conta 9,5 ettari di vigneto tra collina e pianura, allevano prevalentemente bianchi, un rosso da Merlot, con vigne di 50 anni per il Merlot e di 60-70 anni per il Tocai Friulano. Vendemmia manuale con selezione di grappoli, portata avanti già dagli anni 2000.

Dalla vigna vecchia selezioniamo 1/3 della resa”.
La cantina è a caduta”, mi spiega Ana, pensata cioè per minimizzare l’impatto, “una scelta più green e che evita anche molto stress alle uve”. Per abbassare la temperatura, per esempio, si utilizza un sistema di serpentine in acciaio che abbatte e mantiene la temperatura fino a 10 gradi e che aiuta finanche a preservare i profumi. Successivamente si passa, sempre pre-gravità, al piano intermedio dove avviene la vinificazione in tini di acciaio per poi procedere con l’affinamento in barrique (20-30%nuove, 40%vecchie e il restante di secondo, terzo passaggio) e nello specifico:

fanno il passaggio in barrique solo le selezioni che sono Planta (Chardonnay), Scemen(Sauvignon) e Dar ( Pinot Grigio), che non vengono prodotte ogni anno ma solo nelle annate in cui dal vigneto selezionato, l’uva ha caratteristiche interessanti per fare l’affinamento in barriques. Invece il Merlot viene prodotto ogni anno nelle barriques che sono 50% nuove e 50% usate. Invece la Ribolla Gialla, Friulano, Vino degli Orti, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon fanno solo il passaggio in acciaio”
Il Mercato di Terčič si concentra soprattutto in Italia e mentre per l’estero il Giappone, UK, Australia, Svizzera, Germania e solo in ultimo gli USA.
Allevano: Tocai Friulano, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Chardonnay, Ribolla Gialla e Merlot.

Degustazione

  • Ribolla Gialla, IGT Venezia Giulia, 2018, 13%
    Una Ribolla Gialla che rimane in pressa 24 ore al fine di ricercare la miglior espressione dei tannini nobili. 2018 annata molto buona, calda con una maturazione ad hoc.
    Giallo paglierino pieno ed un naso che gioca su note di frutta a polpa bianca matura, fiori delicati come gelsomino e un leggero sentore di erbe mentolate e fresche. In bocca è sorretto da un buon equilibro tra morbidezze e durezze con un finale sapido molto elegante e persistente.
    Ana consiglia l’abbinamento con il Prosciutto San Daniele, con un primo di vongole, ma anche con la pizza margherita.
  • Vino degli Orti, IGT Venezia Giulia, 2017, 13.5%
    Pinot Bianco 49%, Pinot Grigio 44%, Friulano 7%.
    Un vigneto con tanto orto, molto alto con esposizione sud-est. 2017 buona annata con una gelata a maggio.

    “Questo vigneto era usato solo nei primi anni, ma adesso abbiamo vari appezzamenti da cui prendiamo queste tre uve, l’orto è un ricordo a mio nonno Zdenko che dopo le guerre nei vigneti si impiantava oltre alle vigne anche gli alberi da frutto come ciliegi, pruni, albicocche, fichi, e anche qualche ortaggio da qui deriva il nome vino degli orti”.

    Giallo paglierino con una venatura verdolina molto luminoso. A naso molto interessante le sfumature di erbe officinali e fieno, e ancora erbe aromatiche come timo e salvia. La frutta richiama una nota di esoticità.
    In bocca si percepisce l’alcolicità sorretta da una spalla acida importante. Un buon equilibrio d’insieme per un uvaggio in cui non prevale la grassezza del pinot grigio nè la mineralità del friulano. Chiude su una invitante sapidità e una nota leggermente amaricante. Lunghissimo.
    Abbinamento consigliato: Sushi (questo assolutamente da provare).

  • Chardonnay, DOC Collio, 2017, 13%
    50% pianura e 50% collina, “abbiamo solo un piccolo appezzamento in pianura, la maggior parte si trova nel Collio”-specifica Ana.
    Terreno con tanta marna e mineralità della pianura di origine marina. Lo chardonnay è stata anche la prima etichetta prodotta nel 1993 con le sue quasi 3 mila bottiglie.
    Paglierino con leggeri riflessi dorati. Un naso molto variatale, fruttato che vira su frutta a polpa gialla molto matura e zuccherina e frutta acitrina. Un fiore di zagara fresco e una mineralità un po’ polverosa. In bocca apre sul frutto, un assaggio avvolgente sorretto da una buona spalla acida.
    Abbinamento consigliato: carne grassa o coniglio.
  • Friulano, Friuli Isonzo Doc, 2017, 13%
    Ci troviamo nella pianura di Isonzo di 65 anni.
    Giallo paglierino con riflessi delicatamente dorati.
    A naso ritroviamo frutta a polpa bianca e gialla molto matura, tra susina, albicocca, pesca bianca e ancora frutta secca con un richiamo alle erbe officinali. In bocca si percepisce una bellissima acidità ma ancor di più la nota di calcare, polverosa e minerale che conferisce un finale sapido e ammandorlato di media persistenza.
  • Dar, IGT Venezia Giulia, 2015, 13.5%
    Pinot Grigio dalla vigna più vecchia.
    Un vino dal lungo potenziale di invecchiamento. Di questa tipologia prodotto solo 4 annate: 2008, 2009,2014 e 2015, in annate particolari. Infatti, lo stesso nome, Dar, significa “Dono” in Sloveno.
    Invecchia in barrique per il 40% nuove, 40% al secondo anno e 20% tal terzo anno.
    Giallo paglierino carico con riflessi dorati molto luminosi.
    Al naso apre elegante e fine con note di frutta matura, albicocca, pesca, frutta secca tostata, bacca di vaniglia, mandorla e note fresche di erbe aromatiche e mentolate. In bocca apre con la frutta con una bella avvolgenza al palato sorretta da un’acidità ancora importante che va chiudendo il sorso su note di erbe che puliscono il palato in modo elegante e lungo.

[1] Pag 96-98 Atlante Geologico

[2] Pag, 101

Bio Autore

Elena Di Vaia

Cresciuta sulle ginocchia del nonno tra le vendemmie.
Immersa alla scoperta del vino con il papà. Sommelier Ais per forza di gravità.
"Si mens et corpus homini vino flagraret"- la mente e il corpo dell'uomo ardono per il vino, recitava Platone. Da brava discepola laureata in Filosofia ma curiosa del mondo, passeggio tra l'Economia Civile ed un Master in Etica Economia e Management.
Hobby? Comunicare e scrivere.Così vago tra ospiti e interviste nel mio format radiofonico RadioWineDesign dall'istituto Italiano di Design di Perugia.
Articolista Freelance, perchè se non chiacchiero di vino sento il bisogno di traslare le parole su carta. Il fenomeno che mi piace analizzare? La comunicazione su Instagram.
Hai mai sentito parlare del WineErasmus? Il progetto che porta il vino on the road ?!
Collaboro sulla rivista "The Design Magazine" con la mia rubrica "Wine Design".
Per sapere di più, un Simposio platonico è quello che ci vuole.

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